Le colline dove si è sparso il sangue ("La casa in collina" di Cesare Pavese)
Lettura mirabile, quintessenza dello stile narrativo di Pavese, ricca delle sue descrizioni meravigliose di una natura serena e imperturbabile, del suo incedere maestoso nella lingua italiana. Serbatoio di frasi perfette, di parole che sembrano illuminate dal di dentro e spiccano non solo sulla pagina, ma soprattutto dietro agli occhi chiusi di chi immagina, leggendo. Mi scuso per l'enfasi, ma non vi è altro modo per me di esternare cosa sia leggere Cesare Pavese. Qui, Pavese si arrovella sul ruolo dell'intellettuale in una condizione come quella del periodo cruciale che va dall'8 settembre 1943 alla Liberazione (il 25 aprile 1945). Lo fa con grande onestà, non nascondendo il senso di inutilità, le paure, la passività e il pessimismo di Corrado, il protagonista, che sperimenta su se stesso come la guerra possa inaridire gli animi. Corrado respira le colline e se ne sta nei sentieri fra i boschi, senza decidersi mai a far niente, nascosto ai fascisti, all'amore, all