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Visualizzazione dei post da dicembre, 2017

Ideologie e Ipocrisie ("Ho sposato un comunista" di Philip Roth)

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Stiamo parlando del Maestro, o del Grande Vecchio, come più si preferisce. Sono sufficientemente timorata e rispettosa per non sapere neanche da che parte cominciare. Per cui sarò molto breve. Di fronte a Philip Roth serve sintesi, essenzialità, osso. Questo romanzo fa parte della cosiddetta trilogia americana, insieme a “Pastorale americana” e a “La macchia umana”: è una cosa che è bene sapere prima di leggerlo perché è dell’America che si parla e della sua ipocrisia, dei suoi snodi storici fondamentali (qui siamo negli anni Cinquanta in pieno maccartismo), visti attraverso lo sguardo meravigliosamente nitido di Roth. Cose che mi hanno commosso in questo libro, e che mi fanno pensare che il Grande Vecchio sia davvero grande: - il discorso che il padre di Nathan Zuckerman fa a Ira Ringold prima di mandarlo con lui nella casetta sul lago: è un discorso bellissimo, di amore e responsabilità di un padre verso un figlio. - Il personaggio di Murray Ringold

Nigerian Blues ("Americanah" di Chimamanda Ngozi Adichie)

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Si vive un sottile senso di rimpianto dopo aver letto un secondo libro di qualcuno che si è scoperto dopo la lettura fulminante del primo, soprattutto quando le aspettative naufragano.  E’ questo che mi è successo con Chimamanda, di cui avevo parlato qui , dopo aver letto Metà di un sole giallo .  Non nego la piacevolezza della lettura, il fascino della storia e di alcuni personaggi minori, ma in Americanah c’è stato qualcosa di artificiale che non mi ha convinto. La protagonista, Ifemelu, ha finito per starmi antipatica. Eppure certi concetti sul razzismo, sulla differenza tra l’essere neri americani e africani, sul modo paternalistico con cui bianchi progressisti finiscono per rendere più subdoli certi meccanismi relazionali, meritavano contesti meno superficiali, a mio avviso.  Vorrei evitare gli spoiler, quindi non mi dilungo in dettagli, ma voglio ugualmente citare due cose che mi hanno sconcertato.  Uno: la totale indifferenza di Ifemelu per il dolore della