Nigerian Blues ("Americanah" di Chimamanda Ngozi Adichie)





Si vive un sottile senso di rimpianto dopo aver letto un secondo libro di qualcuno che si è scoperto dopo la lettura fulminante del primo, soprattutto quando le aspettative naufragano. 
E’ questo che mi è successo con Chimamanda, di cui avevo parlato qui, dopo aver letto Metà di un sole giallo

Non nego la piacevolezza della lettura, il fascino della storia e di alcuni personaggi minori, ma in Americanah c’è stato qualcosa di artificiale che non mi ha convinto.
La protagonista, Ifemelu, ha finito per starmi antipatica.
Eppure certi concetti sul razzismo, sulla differenza tra l’essere neri americani e africani, sul modo paternalistico con cui bianchi progressisti finiscono per rendere più subdoli certi meccanismi relazionali, meritavano contesti meno superficiali, a mio avviso. 
Vorrei evitare gli spoiler, quindi non mi dilungo in dettagli, ma voglio ugualmente citare due cose che mi hanno sconcertato. 
Uno: la totale indifferenza di Ifemelu per il dolore della piccola figlioletta di Obinze, praticamente l’uomo del suo destino, che lei ritrova e ama ancora dopo i tanti anni trascorsi negli Usa. Lei non sopporta che lui senta la sua responsabilità di padre, che voglia evitare un trauma alla bambina, e se ne strafrega da vera stronza, va detto.
Due: una scena di amore e intimità fra i due, durante la quale lui (se non ricordo male direttamente a letto, ancora avvolti fra le lenzuola dopo aver fatto l’amore) con una pinzetta toglie un pelo ribelle dal mento (!) di lei. Ma il senso quale è? 

Chimamanda è femminista, e perciò non mi aspettavo da lei che la protagonista del suo libro fosse così viziata ed egocentrica in amore. Naturalmente è anche bellissima e ribelle, misteriosa e indipendente… insomma un po’ un cliché.
Alla fine risulta molto più maturo e interessante Obinze, anche se personaggio privo di approfondimento, soprattutto dove sarebbe stato interessante capire la sua evoluzione, da ragazzo idealista affascinato dall’America a giovane uomo d’affari disincantato.

Probabilmente, venendo a mancare l’architrave della Grande Storia Africana , come la guerra del Biafra che era l’oggetto del primo libro, l’abilità narrativa di Chimamanda mostra un po’ i suoi limiti, soprattutto se con essa si vuole rappresentare l’epica della moderna Nigeria. 





* Chimamanda Ngozi Adichie, Americanah


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