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Visualizzazione dei post da settembre, 2017

Strani frutti (Ragazza nera ragazza bianca di Joyce Carol Oates)

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Joyce Carol Oates è una scrittrice super prolifica. Difficile aver letto tutto ciò che ha scritto (e continua a scrivere). E’ una grande firma della letteratura americana , ma la sua notorietà resta schiacciata tra il Nobel di Alice Munro e il mancato Nobel di Philip Roth: eppure la sua grande capacità di evidenziare le ipocrisie d’America meriterebbe più risalto, almeno presso i lettori italiani.  Io ho letto di recente “Ragazza nera ragazza bianca” e pur essendo consapevole che non è fra i suoi libri che ricorderò in eterno, l’ho trovato intelligente. Una storia minimale, se non fosse per il tragico finale, di cui si è subito messi a conoscenza. Una storia di college e adolescenza femminile, fatta di quei particolari e di quei dondolii emotivi su cui si incaponiscono spesso le ragazze a diciannove anni, ma anche una storia ricca di spunti per riflettere su come il mondo dei priviliegiati progressisti nasconda a volte ampie dosi di ipocrisia.

Viaggio intorno alla giustizia (La banalità del male di Hannah Arendt)

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Ci sono frasi, espressioni, modi di dire, che rappresentano un intero sistema logico, che al solo essere pronunciate evocano un mondo complesso di valori, punti di riferimento, chiavi di lettura dei fenomeni. “La banalità del male” è una di quelle espressioni spugnose, che assorbono e rilasciano in base al contesto in cui vengono usate.  Non c’è articolo di cronaca nera che non tiri in ballo questa espressione, soprattutto se si tratta di persone comuni e insospettabili che all’improvviso compiono delitti atroci ed efferati. A un certo punto mi sono stufata e ho deciso di leggere il famoso libro di Hannah Arendt dedicato al processo di Eichmann che si svolse a Gerusalemme nel 1961: mi sono ripromessa che in futuro userò l’espressione “la banalità del male” solo in aderenza al senso di chi l’ha concepita e argomentata. Le parole sono importanti, mi ripeto sempre, e vanno usate con parsimonia e circospezione.   Pensavo fosse un saggio filosofico e ne avevo una ce