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Visualizzazione dei post da ottobre, 2019

Una brava ragazza ("Lucky" di Alice Sebold)

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Di storie di violenze ne abbiamo lette tante. Abbiamo visto film, a volte terribilmente crudi nel rappresentare la realtà di uno stupro (volendo ne potremmo elencare decine: mi limito a "Sotto accusa" ovviamente, ma anche a "Boys don't cry"), abbiamo seguito serial infarciti di violenze (Il Trono di Spade ad esempio è strapieno di stupri), documentari e docu-fiction su vicende di cronaca diventate in alcuni casi ormai storia (dal delitto del Circeo a quello di Macerata). Dovremmo esserci abituate. Quotidianamente apprendiamo notizie di violenze a carattere sessuale. L'agghiacciante statistica delle donne che sono state molestate ci racconta di un fenomeno esteso che non risparmia nessuna. Potremmo quindi anche dirci che non c'è nulla di nuovo in un libro che racconta uno stupro. Invece ogni volta è un tassello in più di consapevolezza, un'occasione in più di comprensione. In questo caso crolla anche ogni elemento voyeuristico: non è la dettagliata

No rain no flowers ("La morte del padre" di Karl Ove Knausgård)

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Il consiglio di intraprendere la lunga e oscura strada che si addentra nell'opera di Knausgård mi è giunto da un valoroso amico di letture, che come me ama il vagabondaggio fra i libri. Intanto voglio subito ringraziarlo: forse senza il suo suggerimento non avrei scoperto questo autore, o forse ci sarei arrivata chissà fra quanto tempo, perdendo quella sensazione di necessità che mi ha dato la lettura di questo libro. "Necessità" nel senso che era una lettura necessaria in questa fase della mia vita. E questa è una condizione irripetibile, perché le cose fluiscono e non ci sarà mai più un momento così perfetto. Ma per restare più concreti e non scivolare troppo sul privato, dico anche che: "adulto è colui che smette di cercare i propri genitori ovunque, e ciò che loro non hanno saputo o potuto dare" ** . In questo primo volume della monumentale autobiografia di Knausgård (che si compone di sei volumi, di cui per ora solo 5 tradotti e pubblicati in italiano)

La mela e l’albero (“Il castello di vetro” di Jeannette Walls)

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Il mio viaggio di esplorazione nel mondo delle famiglie disfunzionali, disastrate e infelici prosegue. Ed ecco una nuova tappa, con questo best seller americano da milioni di lettori, che ha avuto anche un recente adattamento cinematografico (che ancora però non ho visto). Forse avevo qualche pregiudizio quando ho intrapreso la lettura, e mi sono resa conto terminando il libro, che dipendeva dal modo che stampa, critici e recensori vari hanno avuto di descrivere questa vicenda e la vita dell’autrice . Si nota una incomprensibile generalizzata esaltazione del lato romantico della storia: io sono invece rabbrividita spesso e volentieri leggendo le vicende che hanno coinvolto questi 4 bambini, fra cui l’autrice, che hanno avuto la sorte di essere stati messi al mondo da due adulti incapaci di badare anche a se stessi. Non sono riuscita a provare empatia verso questa madre bipolare e terribilmente egoista, né verso il padre alcoolizzato, anche se raffigurato attraverso lo sg