Una brava ragazza ("Lucky" di Alice Sebold)



Di storie di violenze ne abbiamo lette tante.

Abbiamo visto film, a volte terribilmente crudi nel rappresentare la realtà di uno stupro (volendo ne potremmo elencare decine: mi limito a "Sotto accusa" ovviamente, ma anche a "Boys don't cry"), abbiamo seguito serial infarciti di violenze (Il Trono di Spade ad esempio è strapieno di stupri), documentari e docu-fiction su vicende di cronaca diventate in alcuni casi ormai storia (dal delitto del Circeo a quello di Macerata).

Dovremmo esserci abituate.

Quotidianamente apprendiamo notizie di violenze a carattere sessuale. L'agghiacciante statistica delle donne che sono state molestate ci racconta di un fenomeno esteso che non risparmia nessuna.

Potremmo quindi anche dirci che non c'è nulla di nuovo in un libro che racconta uno stupro.

Invece ogni volta è un tassello in più di consapevolezza, un'occasione in più di comprensione.

In questo caso crolla anche ogni elemento voyeuristico: non è la dettagliata descrizione che l'autrice fa della violenza subita a colpire di più, ma i suoi pensieri di diciottenne, la lucidità con cui capisce ciò di cui ha bisogno nei momenti successivi allo stupro, la triste presa d'atto che in pochi, pochissimi, sapranno cosa dire e fare per aiutarla, il coraggio con cui si ostina a usare le parole più dirette per riferirsi alla violenza sessuale subita.

E' una storia molto dura quella di Alice Sebold, e non c'è nessuna condiscendenza nemmeno verso se stessa nel modo in cui lei la racconta.
Essere stuprate a 18 anni, affrontare un processo, recuperare i pezzi di sé e provare ad andare avanti verso una vita ancora tutta da costruire.
Riuscire a scrivere un libro su questa vicenda, senza la minima ricerca di compassione, senza indulgenza verso nessuno dei protagonisti, senza moraleggiamenti ma con il ricordo preciso della rabbia che da quel giorno ha preso in lei mille strade, manifestandosi in mille forme diverse.

E' simpatica Alice, fa battute con i suoi genitori sul suo stupro, è sincera fino allo spasimo e sa anche prendersi cura degli altri quando in realtà la vittima è lei.

"Sei una brava ragazza" le dice lo stupratore dopo averle usato violenza.
Una brava ragazza fortunata.
Lucky, appunto. 

Il perché lo spiega l'autrice nella prefazione alla nuova edizione italiana del libro, che era esaurito da tempo e che la casa editrice ha deciso di ripubblicare per "l'attualità" del tema della violenza sulle donne. Non c'è altro da aggiungere.

*Lucky, Alice Sebold







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