Tutti gli uomini (e le donne) sono mortali. ("Finitudine" di Telmo Pievani)
Tutto scorre e si avvia verso la fine, non solo la nostra vita di esseri minuscoli e marginali, ma anche la parabola di esistenza della Terra, del Sole, dell’intero Universo. Di questo si occupa il romanzo filosofico di Telmo Pievani, “Finitudine”, dove grazie a un dialogo impossibile (e immaginario) tra Albert Camus e Jacques Monod, si argomenta l’idea che nella morte non c’è senso né via di fuga, ma è grazie alla nostra libertà che possiamo accettarne l’ineluttabilità. Complicato? Forse. Ma vale la pena riflettere, accompagnati da un artificio narrativo originale, che immagina Camus, sopravvissuto all’incidente che in realtà lo uccise, dialogare durante la convalescenza con l’amico biologo e premio Nobel Jacques Monod, a proposito di un libro che stanno scrivendo insieme sulla finitudine cosmica. Sono entrambi partigiani, anti nazisti, ribelli, e concordano su un fatto : la consapevolezza della finitudine di tutte le cose non deve condannarci al nichilismo e al pessimismo cosmico.