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Visualizzazione dei post da agosto, 2021

Tutti gli uomini (e le donne) sono mortali. ("Finitudine" di Telmo Pievani)

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  Tutto scorre e si avvia verso la fine, non solo la nostra vita di esseri minuscoli e marginali, ma anche la parabola di esistenza della Terra, del Sole, dell’intero Universo. Di questo si occupa il romanzo filosofico di Telmo Pievani, “Finitudine”, dove grazie a un dialogo impossibile (e immaginario) tra Albert Camus e Jacques Monod, si argomenta l’idea che nella morte non c’è senso né via di fuga, ma è grazie alla nostra libertà che possiamo accettarne l’ineluttabilità. Complicato? Forse. Ma vale la pena riflettere, accompagnati da un artificio narrativo originale, che immagina Camus, sopravvissuto all’incidente che in realtà lo uccise, dialogare durante la convalescenza con l’amico biologo e premio Nobel Jacques Monod, a proposito di un libro che stanno scrivendo insieme sulla finitudine cosmica. Sono entrambi partigiani, anti nazisti, ribelli, e concordano su un fatto : la consapevolezza della finitudine di tutte le cose non deve condannarci al nichilismo e al pessimismo cosmico.

Ricordo di un’estate (“Goodbye, Columbus” di Philip Roth)

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Nel 1959, a 26 anni esci con il tuo primo racconto lungo (o romanzo breve) e vinci il National Book Award l’anno successivo. Debutti così come scrittore, e ti chiami Philip Roth. Nel tuo debutto letterario c’è già tutto il tuo mondo, i tuoi argomenti ricorrenti, la tua ironia e il tuo sarcasmo, le tue frasi brillanti e i tuoi dialoghi senza pietà. C’è un giovane, Neil, bibliotecario ebreo di Newark laureato in filosofia, che conosce Brenda Patimkin, giovane bellissima sportivissima e vezzeggiatissima figlia maggiore di Ben Patimkin, ebreo che da Newark si è affrancato dopo essersi arricchito producendo e vendendo acquai e lavandini. Sono dei parvenu , i Patimkin, ormai spostatisi nei quartieri ricchi di Short Hills, perbenisti e ipocriti come gran parte della società americana di allora. E’ quello che pensi e non esiti a sfidare polemiche e accuse: cominci già dal tuo primo romanzo a mostrare come le cose non siano mai cosi semplici o definite, smascheri i filistei e i luoghi comuni,