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Visualizzazione dei post da dicembre, 2021

Una tribù che viaggia ("Nomadland. Un racconto d'inchiesta" di Jessica Bruder)

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Ci sono voluti tre anni e 24mila chilometri percorsi, alla giornalista statunitense Jessica Bruder, per completare il suo libro, Nomadland - Un racconto d’inchiesta , ritratto on the road della comunità americana dei senza fissa dimora, persone in movimento a caccia di lavori temporanei, con le loro case mobili di ogni tipo e spesso costretti a un vita errante in un’età in cui si dovrebbe godere della meritata pensione. E’ l’America dei senza-welfare, quella delle vittime della bolla immobiliare del 2008, trasformatesi in un popolo di nomadi che percorre strade infinite alla ricerca di opportunità. Spesso c'è il bisogno di sfuggire alla tagliola dell'affitto, delle bollette e delle spese ormai diventate inaffrontabili, ma non è raro per molti cercare anche quella libertà e quel senso di comunità che non hanno mai vissuto in una vita da "regolari". “ Molte persone che ho incontrato sentivano di aver trascorso troppo tempo a perdere a un gioco truccato. E così hanno tr

Donne che fanno la guerra (“Settimana Nera” di Enrico Emanuelli e “Il Re Ombra” di Maaza Mengiste).

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  Mi piace mettere insieme questi due libri, perché li ho letti in sequenza e perché mostrano due raffigurazioni molto diverse del colonialismo italiano in Africa. “ Settimana Nera ” è ambientato in Somalia, a Mogadiscio e dintorni, negli anni Cinquanta . Gli italiani sono ancora lì e anche se non si tratta più di una colonia, il clima sociale riflette ancora la intollerabile protervia di chi si sente padrone, soprattutto verso le donne, ma non solo. E’ la storia di un’ossessione erotica, raccontata con una certa ingenuità: c’è l’intenzione di fare forse i conti con il passato coloniale italiano, c’è un po’ di morbosità, ma non si esce da un sostanziale "pensiero bianco", non si concede a nessuno dei personaggi somali la dignità intellettuale, ma li si dota solo di un misterioso silenzio resistente. E’ comunque comprensibile, il libro è stato scritto nel 1961 da un giornalista che, pur animato da buone intenzioni, non era così “moderno” da sollecitare una riflessione critica