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Visualizzazione dei post da gennaio, 2019

Finte trasgressioni ("Parlarne tra amici" di Sally Rooney)

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Spesso abbandono le vie conosciute, vittima anche di mode estemporanee, di "fenomeni" letterari patinatissimi e di consigli prezzolati diffusi nei social network. Lo so è terribile, ma alla fine la curiosità vince e utilizzo del tempo per leggere il libro-social del momento. Con Sally Rooney è andata così: la copertina gialla rimbalzava davanti ai miei occhi in continuazione, senza che però nessuno dicesse esplicitamente come era il romanzo, o anche solo di cosa narrasse (dovremmo aprire un capitolo sulle cosiddette influencer e di come siano capaci di consigliare libri che non hanno letto, ma questa sarebbe una divagazione troppo ampia e malmostosa). Alla fine l'ho letto e mi sono sembrate subito esagerate le dichiarazioni sulla presunta genialità dell'autrice, che è giovane (27 anni) e ha scritto questo suo primo romanzo in appena tre mesi. Naturalmente ho pensato al primo romanzo di Roth scritto a 29 anni, "Lasciarsi andare" (senza contare i racconti d

Il ratto di Europa (“La capitale” di Robert Menasse)

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La prima volta che sono stata a Bruxelles (in uno di quei viaggi di formazione organizzati per conoscere meglio le istituzioni europee) ho alloggiato all’Hotel Atlas, nel quartiere di Sainte Catherine, esattamente dove si apre il romanzo di Menasse, con un misterioso omicidio avvenuto in una delle stanze di quello stesso hotel e un maiale che si aggira per la Rue du Vieux Marché Aux Grains. Ho anche mangiato al ristorante greco Menelas, in cui si incontrano due dei personaggi del romanzo. Questa micro familiarità con i luoghi mi ha subito conquistata, mi sono tuffata nella lettura con molto entusiasmo, anche se non sono riuscita a mantenere la stessa tensione fino alla fine delle 440 pagine. Tanti personaggi, cambi di scena, digressioni, ma uno stile sempre intelligente, sottilmente ironico e mai ridondante. Pulizia di idee e di scrittura. L’autore, viennese, è un profondo conoscitore delle istituzioni europee, delle quali ha cercato di descrivere il volto “umano”, come lui

Un uomo così (“Un atomo di verità” di Marco Damilano)

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Ma come, leggi un altro libro sul sequestro e l’assassinio di Aldo Moro e della sua scorta? Si. E sicuramente non sarà l’ultimo. Perché sono convinta che ci siano sempre nuove cose da sapere, perché è una vicenda che è esplosa come una supernova inghiottendo tutto, perché c’è una dimensione umana e politica talmente enorme in questa storia da risultare quasi incredibile. A volte faccio fatica a credere che sia successo veramente. Ero troppo bambina all’epoca e come molti ho anche attraversato fasi molto diverse nel mio rapporto con la storia del terrorismo in Italia. Ma non è di questo che parla il libro di Damilano. Lo sguardo è soprattutto politico, in quel modo divulgativo che è la cifra dell’autore. Chi lo conosce sa che lo “spiegone”* di Damilano sulle vicende politiche, ad esempio, è sempre efficace nell’illuminare i rituali oscuri della politica italiana. Ma non è mai distante, mai freddo. In questo libro, le riflessioni politiche sulla vicenda di Moro non sono mai separate