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Centomila, uno, nessuno ("Le transizioni" di Pajtim Statovci)

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  Statovci è un giovane scrittore, finlandese di origine albanese, partito dal Kosovo a soli due anni con i genitori che fuggivano dalla guerra nei Balcani. Già insignito di premi prestigiosi, con questo suo secondo romanzo ha raggiunto subito il successo internazionale, grazie anche all’originalità della sua voce. “Le transizioni” è un romanzo non catalogabile: c’è l’Albania, divisa tra il mito della grande nazione e il baratro della miseria, c’è l’amore, libero da ogni definizione, c’è la guerra che azzera il sogno, c’è il viaggio perenne fra le identità, sempre queer e sempre fluide, c’è l’intersezionalità del dolore, oltre che delle lotte per la liberazione da un sistema patriarcal-capitalista che eteronorma e reprime. I personaggi di Statovci cambiano nome, paese e genere, alla ricerca continua di un’identità mai raggiunta, sono corpi che vivono ai margini, descritti in modo talmente spietato da illuderci a tratti che si tratti davvero di un memoir. Invece l’autore