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Visualizzazione dei post da aprile, 2019

Sophisticated Lady (“Una perfetta felicità” di James Salter)

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Una lettura senza grosse pecche né grosse qualità. Non sapevo assolutamente niente dell’autore (un ex pilota diplomato a West Point, ho appreso dopo): ha attirato la mia attenzione solo perché dalla quarta di copertina ho capito che si trattava di “infelicità dorata” e “esistenze perfette logorate dal tempo” (cit.) e la mia passione per le famiglie disfunzionali (letterarie s’intende) ha fatto il resto. A tratti mi è tornato alla mente Revolutionary Road (di Richard Yates) , ma solo per constatare che in quel caso si transitava su maggiori altitudini. Incomparabili. La protagonista femminile, Nedra, che nelle intenzioni dell’autore credo voglia essere una donna speciale, libera, indipendente e ribelle, ha finito per starmi un po’ sul gozzo. Come sempre ci sta che il problema sia mio eh, però degli anni Cinquanta e della New York fascinosissima di quelli anni non si coglie lo spirito, i personaggi sono in alcuni casi viziati e insulsi, in altri pavidi, spesso incolori. Non nego

Come un giglio fra i cardi (“La vegetariana” di Han Kang)

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Sono stata così catturata dalla prima lettura che ho fatto di questa autrice (si trattava di Atti umani , di cui ho parlato qui ), che ho subito iniziato con fiducia i suo libro più noto, o almeno quello con cui ha raggiunto la notorietà in Italia. Tuttavia La vegetariana , nel mio cuore, non ha generato lo stesso sconquasso del precedente, anche se ne riconosco il fascino misterioso e una vena magica e mistica tutta orientale. La protagonista, Yeong-Hye, richiama alla memoria più di un personaggio di Murakami, ma siamo a mio parere parecchi gradini sopra. Anzi, oltre. Resta un nucleo di mistero insondabile su di lei, sulla sua scelta di nutrirsi solo di vegetali e alla fine solo di luce e aria, quasi come a voler diventare vegetale essa stessa. Tutto accade dopo un sogno, ed è solo così che Yeong-Hye riesce a motivare la sua scelta, anche se nessuno sembra in grado di capire. La carne è sangue, il sangue è violenza: c’è chi ha spiegato così il suo rifiuto, ma sarebbe semplicistico

La demenza della nostra era (“Niente di personale” di Roberto Cotroneo)

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Sarebbe esagerato definire Cotroneo “l’ultimo degli intellettuali” , ma con questo libro non può che staccarsi di parecchie lunghezze dal rumore di fondo. E’ un romanzo complesso, sincopato tra passato e presente, con molta autobiografia e una scrittura curatissima. In alcune interviste l’autore ha dichiarato di aver voluto raccontare quel momento in cui il nostro paese è cambiato senza rimedio: gli anni ottanta da cui parte la vicenda del protagonista ( Cotroneo stesso o un alter -ego, non ha importanza) sono stati il canto del cigno della politica e della cultura intese come forze progettuali e costruttrici. Oggi viviamo un ipertrofico presente, come chi ha perso la curiosità verso ciò che è stato per concentrarsi esclusivamente su un esibizionismo fine a se stesso. Gli intellettuali non hanno più il ruolo che hanno avuto in passato (da Pasolini a Calvino, a Fenoglio, a Sciascia, a Eco), di coscienza critica e e culturale del paese. Il romanzo approfitta del viaggio nella memoria d

Girotondo mortale (“Dieci piccoli indiani” di Agatha Christie)

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E’ il giallo più letto nel mondo, è forse il libro più noto (e venduto) della Christie, è un perfetto mix di generi : giallo, thriller, fiaba gotica, mistery. Non l’avevo mai letto e ho colmato questa lacuna scoprendo un piccolo gioiello. Mi sono divertita a scoprire tanti dettagli che hanno ispirato i registi di numerosi film: la filastrocca infantile, l’isola e il gruppo di persone che vengono eliminate ad una ad una, il giudice, gli enigmi nascosti che suggeriscono il modo con cui verranno uccisi i personaggi, etc. Ci sono tantissime suggestioni, tanti riferimenti e richiami alle fonti più disparate: dalla Divina Commedia alle fiabe popolari, da Lewis Carroll a Spoon River e via e via. Su tutta la vicenda e sui personaggi, finché restano in vita, aleggia il senso di colpa: nessuno è innocente, tutti hanno qualcosa di cui vergognarsi o pentirsi. L’atmosfera è soffocante, misteriosa, mentre la narrazione ha quasi un andamento da favola. L’autrice indulge nel far intravedere il volt