L'equazione perfetta ("Quando abbiamo smesso di capire il mondo" di Benjamin Labatut)
Nessuno è al riparo dalle insidie del marketing. Ci si casca e ci si ricasca senza posa.
Ed è successo anche questa volta: Labatut ha goduto (almeno quando il suo libro è uscito in Italia) di un lancio portentoso, tra ospitate ai festival, commenti affascinati da parte di influencer, la macchina promozionale della casa editrice Adelphi.
Beninteso,
non si tratta certo di un libro da cestinare: casomai da lanciare
stizziti dalla finestra (come mi ha detto un raffinato amico di letture,
quando ne abbiamo parlato).
Elementi da annotare :
- tra un mese (forse meno) non ricorderò niente di questo libro;
-
eccesso di “riduzionismo” verso le figure di grandi scienziati: o
pazzi, o santoni, o sessualmente incasinati o tutte e tre le cose
insieme (a volte anche un po' maniaci);
- poca trasparenza nell’ingaggio con il lettore: se sia
finzione o verità lo si dichiara solo nelle note finali e non lo si
chiarisce mai con esattezza;
- Labatut è un giornalista, è un fascinoso
uomo cileno che non sorride mai ed ha questo modo di dire le cose da
dietro uno sguardo penetrante e severo che rende il suo libro più
rilevante quando (da lui) raccontato in spagnolo che non quando
effettivamente letto;
- resta aperta la domanda: si fa così la
divulgazione scientifica? Noi che abbiamo fatto Lettere abbiamo capito
qualcosa di più della meccanica quantistica attraverso questa
ricostruzione a volte urtante (ad esempio della vita di Schrödinger)? Un
giovane che legge questo libro si appassionerà allo studio della
Fisica?
Sempre il mio raffinato amico di letture suggerisce,
quale esempio più onesto di narrazione, “Helgoland” di Carlo Rovelli
(aggiungerei anche che Rovelli è fisico teorico, storico e filosofo
della scienza, e non giornalista, quindi ci sta).
La Casa Editrice
non se ne avrà a male (è la stessa) e la misteriosa affascinante
vertiginosa teoria dei quanti avrà un’altra occasione per afferrarci e
condurci nello smarrimento di un mondo che non è come noi lo pensiamo.
Dopo una dose curativa di romanzi ottocenteschi affronterò anche questa nuova sfida.
* Quando abbiamo smesso di capire il mondo, Benjamin Labatut
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