Struggente amore per un uomo scomodo ("Works", "Shorts", "Il Ponte" di Vitaliano Trevisan)


Ci sono autori che non vengono scoperti mai: troppo disturbanti, poco avvezzi a far merce delle loro opere, inclini a dire quelle verità corrosive che scomodano praticamente tutti.

Vitaliano Trevisan univa a tutte queste caratteristiche anche un’ombrosa fragilità che molti scambiavano per arroganza, forse per inaffidabilità.
La sua scomparsa, avvenuta pochi mesi fa, è, oltre che un lutto, un vero e proprio danno letterario: avrebbe scritto ancora e avremmo avuto altre opere da leggere e amare, di uno dei migliori scrittori italiani degli ultimi anni.

Works è la sua grande ultima opera , un romanzo di formazione attraverso il lavoro, che l’autore racconta senza finzioni, senza pietà né verso il nord-est operoso e produttivo né verso se stesso.
Un memoriale che offre una descrizione del lavoro (e dei lavori) che chiunque dovrebbe conoscere: aziende che vampirizzano la vita, corruzione, evasione fiscale, mancato rispetto delle regole, dinamiche di potere e meccanismi di mobbing, ma anche solidarietà, etica del lavoro, riscatto sociale.

Trevisan non ha l’ambizione di distillare leggi morali, è il primo che si descrive senza sconti, non ha remore a rievocare anche le sue passate esperienze come piccolo spacciatore: nel vorticoso susseguirsi di lavori c’è in mezzo la sua vita, la sua voglia di scrivere e di fuggire allo stesso tempo, la sua necessità di solitudine e la sua insopprimibile etica fondata sulla verità, ad ogni costo.
Era un uomo prezioso, troppo solo e troppo solitario, troppo sofferente e difficile: un esempio delle sue verità scarnificanti lo aveva scritto lui stesso, qualche tempo prima di morire, quando subì un accertamento sanitario obbligatorio e si trovò costretto in un reparto di psichiatria che descrisse in un doloroso reportage pubblicato su La Repubblica (qui l'articolo).

E leggere oggi le parole profetiche scritte in Works ci inchioda alla nostra miopia: 

"In fondo, il bene più prezioso su cui l’essere umano può contare, ciò che davvero lo distingue dall’animale, è la possibilità di sottrarsi al mondo in ogni momento attraverso il suicidio".

Come "bonus track" segnalo anche altri due titoli, che ho letto con l'intezione di recuperare tutta la bibliografia di questo autore, e anche degli autori cui lui dice chiaramente di ispirarsi (ad esempio Thomas Bernhard): Shorts, raccolta di racconti molto brevi, alcuni meravigliosamente fulminanti; e Il ponte - un crollo, un romanzo breve e un po' oscuro, forse prova non felicissima ma che ancora una volta testimonia lo smottamento etico di un paese, le macerie emotive e sentimentali di un uomo privo di radici e dolorosamente solo.

Vorrei che Vitaliano Trevisan fosse più letto, in alcuni casi scoperto o riscoperto: uno scrittore limpido nelle sue ombre, un talento spontaneo nell'uso delle parole che con le sue opere ha provato a mettere fra noi e il dolore.

* Vitaliano Trevisan , Works

*Vitaliano Trevisan, Shorts

*Vitaliano Trevisan, Il ponte. Un crollo.
 





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