Amore e Rivoluzione “Il corpo elettrico. Il desiderio nel femminismo che verrà” e “Il Capitale Amoroso. Manifesto per un eros politico e rivoluzionario” di Jennifer Guerra.

 

 
Ho letto in sequenza questi due libri di Jennifer Guerra, un’autrice femminista nata nel 1995.

La sua giovane età può sorprendere, ma conferma l’esistenza di una nuova generazione di attiviste e intellettuali molto convincenti. Certo, non tutte: in rete c’è anche molta improvvisazione e molti fenomeni fastidiosi, ma il caso in questione mi pare non essere uno di quelli.

“Il corpo elettrico” è una riflessione in forma di breve saggio, intorno al corpo femminile e al ruolo complesso che assume nella società, da un punto di vista simbolico, politico, fisico e culturale.

Il desiderio è la chiave con cui le donne (ma non solo donne, non solo cisgender) possono autodeterminarsi in modo libero, combattendo così gli schemi patriarcali e dando al proprio corpo una valenza collettiva e politica.

Non parliamo certo di un’opera dirompente da un punto di vista filosofico o politico, ma ho apprezzato il valore divulgativo che spero lo renda popolare soprattutto fra le ragazze e i ragazzi più giovani.

Più originale invece la teoria che si sviluppa nel secondo libro, “Il Capitale Amoroso”.
L’autrice racconta di come, a un certo punto, ha sentito l’esigenza di dare all’amore uno spazio più significativo nella sua vita di militante e attivista, uscendo dal cliché dell’amore romantico e attribuendo all’amore un valore politico, in grado di innescare un cambiamento forte nel mondo.

Il suo saggio cerca di fare proprio questo, descrivendo il gesto d’amore come squisitamente politico e rivoluzionario, poiché basato sulla relazione con l’altro: ci insegna a resistere all’individualismo e a sfuggire ai dettati dell’era capitalista.
L’amore ignora infatti la logica produttiva a favore di autenticità e gratuità: cosa c’è di più rivoluzionario di un gesto generativo gratuito, del personale che diventa politico, come ci hanno insegnato le femministe della seconda ondata negli anni Settanta?
Eppure, nonostante l’amore sia spesso al centro dei discorsi pubblici, viene derubricato a mero fatto irrazionale, solo sentimento e mai azione.
Invece, nella scelta di agire in proiezione verso l’altro, l’amore esplica la sua forza creatrice, politica e rivoluzionaria: come dice l’autrice, l’amore incondizionato e libero sfonda le pareti dell’individualismo per diffondersi nelle comunità.

Jennifer Guerra racconta anche del suo profondo amore per Hemingway, non a caso: quando uscì in Italia Per chi suona la campana, l’autore fu accusato di eccessivo individualismo, poiché parlava più di amore che di antifascismo. Invece, come spiegò anche Calvino anni dopo, l’amore qui raccontato era tutt’altro che egoista, come dimostrano le parole che il protagonista Robert Jordan dedica a Maria (prima di unirsi ai partigiani spagnoli nella guerra civile):
Ti amo come amo tutto ciò per cui abbiamo combattuto. Ti amo come amo la libertà e la dignità e il diritto di tutti gli uomini di lavorare e di non aver fame”.

Meravigliosa dichiarazione.


Jennifer Guerra , Il corpo elettrico. Il desiderio nel femminismo che verrà.
Jennifer Guerra, Il capitale amoroso. Manifesto per un eros politico e rivoluzionario.

 


 

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