Impurissima femmina, strega fattucchiera funestissima (“Streghe. Le eroine dello scandalo” di Ilaria Simeone, “Io sono la strega” di Marina Marrazza).



Non si può affrontare una riflessione politica sul sistema patriarcale senza sentir nascere in sé una forte curiosità verso la storia di persecuzione delle streghe, sulla quale ancora permane mistero e oscurità, sia sul numero delle vittime dei roghi e dei boia, sia sulla reale portata storica del fenomeno.

Io ci son caduta a più riprese, leggendo ogni tanto quel che mi attirava di più (impossibile ad esempio dimenticare Antonia, la stria di Zardino, o Giulia di Marco, Suor Partenope, di cui Vassalli ha scritto) e ritrovandomi ancora una volta affascinata da una figura molto indagata, come quella di Caterina Medici, la strega di Broni, vittima di uno dei processi per stregoneria più famosi e uno degli ultimi ad essere celebrati, nel corso del Seicento.

Mi sono dapprima imbattuta nel libro di Ilaria Simeone, a metà fra saggio e narrazione, dove l’autrice ci conduce in un viaggio dalla fine del ‘500 al primo ventennio del ‘700, nel nord Italia, raccontando la condanna per stregoneria di molte donne, alcune note altre ancora sconosciute. Parlando esplicitamente, e non è marginale, di FEMMINICIDIO.

Ilaria Simeone, studiosa e giornalista, ha analizzato gli atti dei processi: le vicende narrate sono quindi realmente accadute. Caterina, Toldina e le altre sono “eroine dello scandalo”, dal significato greco del termine skandalon: insidia, ostacolo, inciampo.
C’è un’inaspettata bellezza negli interrogatori, nelle deposizioni, nelle lettere, nei documenti ufficiali, […] volevo che quelle voci forti, moleste, scandalose, si riappropriassero della loro bellezza”, dichiara l’autrice.

Ed è realmente così: c’è una profonda bellezza nel recuperare le voci e le fisionomie di queste donne, quando si coglie la terribile banalità del male in una società misogina capace di inaudita ferocia.
Ormai lo sappiamo, le streghe erano in realtà povere donne, soggetti deboli, mediamente ignoranti: gran parte delle vittime condannate, oltre che indigenti, erano malate, disabili e comunque quasi sempre sole.
E’ sempre presente un pregiudizio sessuale: la presunta strega è ambigua, spesso non maritata, veniva accusata di concedersi sessualmente al demonio a dimostrazione di una natura perversa, malefica.
Una storia durata centinaia di anni, quella delle streghe perseguitate dalla Chiesa: è ancora controverso il numero di donne condannate e sottoposte a esecuzione per stregoneria, c’è chi parla di decine di migliaia, c’è chi riduce a qualche centinaio.
Ma il ridimensionamento delle stime sul numero di vittime non deve far sottovalutare la portata del fenomeno: la caccia alle streghe influenzò comunque la vita di milioni di persone.

La figura di Caterina è così affascinante da avermi spinto, nel frattempo, a leggere un romanzo storico a lei dedicato: “Io sono la strega” di Marina Marrazza (e sono in attesa di poter leggere anche Leonardo Sciascia, “La strega e il capitano”, sempre su di lei).
Il romanzo storico, di per sé, si innesta su elementi di verità per riempire poi i vuoti attraverso dettagli e personaggi di fantasia, che arricchiscono il contorno e “umanizzano” una vicenda che altrimenti ci parlerebbe solo attraverso atti giuridici, documenti storici, accenni e citazioni letterarie (Manzoni stesso fa un accenno a Caterina Medici ne “I Promessi Sposi”).
Nel caso di Marina Marrazza, la vita di Caterina viene descritta come una infinita peregrinazione avventurosa di una donna vittima degli uomini e di un sistema violento e iniquo: difficile tuttavia cogliere un guizzo più brillante che scandagli la psicologia di “Catrina”, donna che mescola sacro e profano, si dice strega sostanzialmente per difendersi dalla brutalità degli uomini e dei potenti che incontra, e annega nella dolcezza di un piacere sessuale che per fortuna non vive come un peccato.
C’era materiale per descriverla come un carattere un po’ più approfondito, peccato.

Ma c’è ancora molta letteratura su Caterina, c’è tempo per continuare a leggere di streghe.
Perché? Perché se i numeri dei femminicidi sono ogni giorno più preoccupanti, può darsi che sia necessario ripartire anche dalle streghe per difendere il seme della libertà che tutte le donne portano in sé. 


* Ilaria Simeone, Streghe. Le eroine dello scandalo.
* Marina Marrazza, Io sono la strega.

 

 



 

 

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