Generation gap (“A misura d’uomo” di Roberto Camurri)





Roberto Camurri è uno scrittore italiano, compreso fra quelli che generalmente si indicano come “giovani” (e in effetti è nato nel 1982).

Lui stesso però, forse insofferente a questa categoria, ha un profilo Instagram dove si è nominato “natovecchio”.

“A misura d’uomo” è il suo romanzo di esordio, anche se non è proprio un romanzo in forma classica, ma una serie di racconti che compongono la storia di un luogo e di alcuni dei suoi abitanti: Fabbrico, provincia di Reggio Emilia, poche migliaia di abitanti nell’orizzonte piatto della Pianura Padana .

Dopo averlo letto ho capito un po’ di più il perché del suo nickname: credo che Camurri potrebbe tranquillamente essere nato una ventina di anni prima, e probabilmente lo sa.

Non mi aspettavo certo il manifesto generazionale dei trenta-quarantenni, ma neanche un senso di polvere e di déjà vu come quello che mi è rimasto.

Provo un certo dispiacere nel dirlo ma questo libro mi ha annoiato.

Eppure c’era la provincia, le storie e il dolore delle persone, il bene e il male che ci si vuole, il paesaggio, i figli, le donne, la morte, l’alcool, un barlume di politica, la malattia mentale, forse anche la droga.

Mentre leggevo sono sprofondata negli anni 90, dove le storie di Camurri sarebbero state davvero moderne, davvero generazionali.
Invece nel 2021 certe cose nascono già vecchie.

Il libro è ben scritto, magari non resteranno in testa frasi epocali ma riconosco che è una lettura che va via liscia. Anche se il tentativo di poesia a volte resta superficiale, i personaggi poco incisivi, quasi sfuocati, il paesaggio della pianura profonda non diventa protagonista come meriterebbe.

Un’ osservazione più severa però la devo fare, all’uomo e allo scrittore Camurri: le donne non esistono solo se sono belle, o dolorose, o ritratte nell’alba e nel tramonto (o di spalle che potano le rose).
E soprattutto non sono felici solo quando fanno figli.

Se c’è una cosa che desta dalla noia e proietta nel fastidio, in questo romanzo, è come sono descritte le donne. E non mi pare un granché.

* Roberto Camurri, A misura d'uomo





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