Polifonia di creature plurali ("ragazza, donna, altro" di Bernardine Evaristo)



Che bella lettura questa opera di Bernardine Evaristo, scrittrice inglese, già regista e attrice teatrale.

Se ne è parlato e se ne sta parlando molto, per cui mi sono avvicinata con cautela, la solita diffidenza barbaricina che metto in molte cose.

Sono partita lentamente, perché servono un po' di pagine per abituarsi allo stile senza punteggiatura dell'autrice, di un genere che lei stessa ha battezzato fusion fiction, a significare la fusione tra prosa e poesia, passato e presente, esterno e interno, personaggi e storie.

Il risultato è una specie di grande onda che ti invita a tuffarti nella storia, a immergerti nella marea di voci, personaggi e vicende.

Sono 12 le donne inglesi protagoniste di questo romanzo: tutte in grado di espandere il concetto di rappresentanza oltre lo stereotipo, superando le semplificazioni. Ognuna di loro non è mai SOLO qualcosa: non solo madre, non solo figlia, non solo omosessuale, non solo femminista, non solo nera, non solo povera.

Non ha paura di affrontare verità difficili , Bernardine Evaristo, quando rappresenta la contraddizione tra intersezionalità e privilegio, e dipinge un quadro limpidissimo della nostra contemporaneità: razzismo, femminismo, violenza sulle donne, patriarcato, sessualità, successo e soldi, gender, sono tutti temi che si intrecciano e danzano insieme, emergono e si inabissano fra una storia e l'altra, fino a dimostrare che lo scopo della letteratura è esplorare ciò di cui non si parla mai nel mainstream informativo (e letterario).

Molti hanno definito questo romanzo come il manifesto della sisterhood nera britannica, anche se non credo che l'autrice voglia porsi come portavoce di un movimento: è palese la sua intenzione sperimentale, la sua voglia di affrontare temi laterali e dare voce a ciò che non viene di norma rappresentato (la sessualità oltre i tabù, la libertà e l'emancipazione, la genealogia ma anche l'ipocrisia), e la sua innegabile abilità nel farlo senza rinunciare a humour, emozione e passione.

In 50 anni, Bernardine Evaristo è stata la prima donna nera a vincere il Man Booker Prize, che nel 2019 è stato assegnato ex aequo a lei e a Margaret Atwood con "I testamenti". Un evento nell'evento: è stato modificato il rigido regolamento del premio per poterlo attribuire ad entrambe.

*Bernardine Evaristo, ragazza, donna, altro


 

 


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