Disperanza rock (“Mesopotamia” di Serhij Žadan)



Abbiamo scelto questo libro nel gruppo di lettura della mia biblioteca, grazie al suggerimento di un componente del gruppo, raffinato lettore, il cui consiglio abbiamo tutti seguito con entusiasmo.

E abbiamo fatto bene, perché alla riunione successiva ci siamo detti che era stata una lettura divertente e rock, malinconica e piena di amore, come ci aspettavamo dal carattere caucasico del suo autore.

Serhij Žadan è giovane, ha una rockband, ama i Depeche Mode (e ha intitolato così anche un suo romanzo, uscito in Italia nel 2008), vive in un paese in guerra dal 2014 (guerra dimenticata dai più), ha vinto un sacco di premi internazionali ed è famosissimo nel suo paese e all’estero. Probabilmente è considerato il massimo autore ucraino vivente: a 46 anni non mi sembra poca cosa.

Mesopotamia è la terra fra due fiumi in cui si trova Kharkiv, città dell’autore e ambientazione dei nove racconti che compongono il romanzo (più appendice in versi). 

Nove storie passionali e sconclusionate, ironiche e malinconiche, legate non solo dalla città che le ospita (e che è molto di più di una mera cornice), ma anche dal ricorrere dei personaggi: spesso viene citato il protagonista di una storia precedente nella storia successiva quasi come in un cameo, di passaggio, nello sfondo o come citazione in un dialogo.

Nel mondo di Žadan non c’è speranza ma c’è amore, e l’amore esiste solo nel dolore, anche se non manca l’ironia e la voglia di vita che è capace di negare anche la morte imminente.

Le donne sono forti, predatrici, sempre più determinate e dritte degli uomini, spesso ridicoli e malati di machismo.
Sono donne “tenere e indomite”, come recita la citazione posta in esergo, ma sempre portatrici di dolore ( e perciò soprattutto di amore, in molte forme).
Un libro che vale la pena leggere, perché non tutto viene da Occidente. 

Voglio dire grazie ai miei compagni di letture per la bella discussione fatta su questo libro. Molto di ciò che ho scritto nasce dallo scambio con loro.

* Mesopotamia, Serhij Žadan




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