Predestinazione ("Prima di noi" di Giorgio Fontana)

 




Un romanzo-fiume dal convincente inizio, che mi ha dapprima inchiodata alla speranza di aver trovato una specie di erede di Bacchelli, e una versione friuliana de "Il mulino del Po", che a suo tempo fu per me una lettura fantastica e appagante, eterna patria letteraria di Coniglio Mannaro, uno dei personaggi più persistenti nella mia memoria ( e ricorrenti nella mia vita, purtroppo).

Speranza che però è andata scemando con il progredire della saga dei Sartori, che di generazione in generazione si spostano in Lombardia e assumono un po' di spocchia classista.

Si, sono rimasta delusa, non solo per la progressiva banalizzazione dei personaggi, ma anche del lessico, delle frasi, degli scenari.

Una storia bella, una costruzione narrativa per quadri alternati, molto cinematografica, ma una certa delusione per lo sviluppo della vicenda.

Per dirla senza pietà: ci sono due fratelli , uno farà l'operaio, uno farà il professore.
Perché dal professore nascono figli belli, fighi, che faranno lavori chic, che sconfiggeranno malattie gravi pur restando belli e -leggermente- dannati?
E perché invece dall'operaio (anche lui un po' un cliché alla Giancarlo Giannini e alla Wertmuller) nascono figli brutti, con destini meno benevoli, e -meno leggermente- sfigati?

Anche se concordo sul fatto che le classi sociali in questo paese esistono, eccome, non ho sopportato l'ennesima declinazione del principio di predestinazione.

Giorgio Fontana è comunque molto bravo, il suo precedente "Morte di un uomo felice" è una prova nettamente migliore, tanto che ho pensato che se il libro si fosse fermato alla seconda generazione dei Sartori, avrei sicuramente scritto un post di tenore molto diverso (in sostanza, salvo la prima parte del libro, glielo devo).

Quasi novecento pagine sono sicuramente una prova complessa, e perciò non riuscitissima.

La Grande Storia italiana sullo sfondo resta in bianco e nero, la vena di pessimismo appena sfiorata, la consolazione degli affetti un po' leziosa e di maniera.

Io, a un certo punto, mi sono inacidita.

Eh vabbè, ci sta.

* Prima di noi, Giorgio Fontana 


 




 

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