Come lacrime nella pioggia ("Io sono vivo, voi siete morti" di Emmanuel Carrère)





Carrère è riuscito a creare un modello tutto suo nel comporre biografie atipiche di personaggi pazzeschi: basta menzionare "Limonov" o "L'avversario" per capire subito di cosa sto parlando.

Come a volte mi capita, ho attraversato una fase di grande esaltazione per questo autore francese, leggendo molto di quello che ha scritto (quasi tutto).

Con il tempo la passione si è un po' sbiadita, l'amore è diventato una bella amicizia, e questa lettura, per quanto stimolante e intelligente, non ha tuttavia riacceso il fuoco dell'amore.

Questa volta si tratta della biografia di Philip K. Dick, la vita pazza e sconclusionata di un grande autore di fantascienza, paranoico e ossessionato, dipendente da farmaci e anfetamine, infantile e inconcludente, in grado di trasformare la propra insoddisfacente realtà, fatta di incubi e problemi economici, in labirintica fantascienza.

Carrère, appassionato cultore di P.K. Dick, descrive magnificamente la sua vita, senza nascondere gli aspetti più sconcertanti, e miscelando efficacemente alle vicende biografiche la descrizione critica delle sue opere.

Dopo la prima metà la narrazione risente dell'effettiva ripetitività delle vicende biografiche di Dick, che continua a girare su se stesso, un po' paranoico, un po' alterato e un po' alienato, senza progredire e senza arretrare: se davvero la realtà è manipolabile, risulta impossibile non perdersi in questo labirinto di ipotesi e disvelamenti, tra sogno, realtà e allucinazione.

Sempre alla ricerca di una chiave che possa dare senso alle sue ipotesi e ai suoi atroci dubbi, non riuscirà a trovarla nell'I-Ching né nella Bibbia, spingendosi sempre "oltre", e perdendo infine la strada.

Resta tutto il fascino di un visionario, grande esploratore di concetti per noi oggi familiari, come l'intelligenza artificiale, le realtà parallele, le sliding doors della storia: Carrère ha il grande merito di esplodere la sua opera, valorizzandola senza nasconderne i limiti.

"Blade Runner" è solo uno dei tanti film sbocciati dai suoi romanzi e racconti: l'eredità di Dick è immensa, e la sua opera non è comprensibile se non insieme alla conoscenza della sua vita, per questo è sicuramente un libro da leggere, non solo per chi ama la fantascienza, ma anche per chi è curioso.

Carrère, pur superlativo, non riesce ad evitarci quel filo di noia che in 350 pagine è pressoché inevitabile, ma ampiamente superabile (e perdonabile!).


* Io sono vivo, voi siete morti, Emmanuel Carrère.









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