Basta poco per volersi bene (“Almarina” di Valeria Parrella)






Valeria Parrella è una di quelle persone a cui ridono gli occhi.

E non penso che sia un caso, poiché ho trovato empatia e grande umanità in ogni suo libro.

Con “Almarina” è arrivata in finale al Premio Strega: non che questo sia una garanzia di valore letterario, ma credo che abbia contribuito ad accrescerne la popolarità, sebbene sia già nota, anche per la sua attività in rete, dove non si nega mai e spesso anzi prende posizioni decise (su Twitter, in particolare).

Valeria Parrella è anche e soprattutto napoletana, e Napoli è molto presente nei suoi lavori, incluso “Almarina”.
Una Napoli non calligrafica né stereotipata : la Napoli di Valeria Parrella non è quella di Saviano né quella di Elena Ferrante, senza che questo significhi che una è più vera o credibile delle altre.

In Almarina c’è una Napoli discreta, tutta intorno a Nisida e al carcere minorile in cui si svolge la vicenda, ed è una Napoli fatta di inverno, caffè, persone, solitudini.

“Almarina” è una storia di relazioni che possono ancora sbocciare, anche nei luoghi più impensati, anche fra le persone più lontane.

E’ un piccolo libro di bellezza, soprattutto per il messaggio che ho colto e che voglio conservare : la fragilità unisce, il dolore lega e avvicina.

Lo trovo un messaggio prezioso, soprattutto in un tempo in cui stiamo assistendo al fenomeno contrario e stiamo perdendo la speranza di uscirne migliori.


*Almarina, Valeria Parrella




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