Languir d'ennui ("Bianco" di Bret Easton Ellis)





Non sono mai stata così fan di Easton Ellis da avere una giustificazione credibile: perché ho letto questa sua ultima pubblicazione, potendo leggere molte altre cose più significative?
A un certo punto il marketing editoriale mi ha fagocitato e la curiosità ha fatto il resto.

Non che mi abbia arrecato danno, intendiamoci.

Le promettenti premesse erano : "finalmente una grande confessione dell'autore di American Psycho, dalla riflessione sui social e sul conformismo, dai processi sommari contro le opinioni alla dittatura dei like e del consenso immediato".

La realtà invece è stata : "sprazzi di brillanti riflessioni annegate nell'ego dell'autore, noto anticonformista e bastian contrario, che come tutti coloro che invecchiano (male) non è esente dal pensare che i giovani millennial sono tutti inetti e ignavi".

Non aggiungerei altro. Ah sì, c'è anche qualche impopular opinion su Donald Trump.

Godibile a tratti, ma innegabilmente evitabile.


* Bianco, Bret Easton Ellis

Commenti

Il post più letto del mio blog

Game set match ("Open" di Andre Agassi)

Verosimile sia il dolore sopra ogni cosa (“Una vita come tante” di Hanya Yanagihara)

Sotto il Mondo delle Parole ("Underworld" di Don Delillo)