Lunga vita al Re ("Dolores Claiborne" di Stephen King)






Chi non ama Stephen King è un ladro o una spia.
Partiamo da questo presupposto.

Impossibile non adorare questo settantatreenne che twitta allegramente contro Trump dalla sua casa nel Maine. Epica l'affermazione: "la sua presidenza è più spaventosa dei miei romanzi" .

Stephen King è simpaticissimo e ha una grande ammirazione per le donne, che nei suoi romanzi sono spesso figure cruciali (nel bene e nel male).

Forse anche a causa di una madre che lui ha adorato, impegnatissima in mille lavori per mantenere i due figli dopo essere stata lasciata dal marito, ma sempre in grado di sfamarli, anche attraverso la musica e la letteratura. E non tralascerei la moglie, Tabitha, poetessa conosciuta all'università, sua fondamentale compagna e grande motivatrice.

Troppo semplicistico, probabilmente, ma a me piace pensarla così.

Per questo, "Dolores Claiborne" è un romanzo che ho amato, tanto quanto la protagonista, questa signora di 65 anni che racconta come un fiume in piena la sua vita, in una sorta di catarsi narrativa, senza troppa attenzione ai congiuntivi e alla punteggiatura.

Non ci sono mostri, non ci sono uccisioni a catena né presenze diaboliche assetate di sangue, ma c'è l'onesta consapevolezza di Dolores, che riconosce il mostro dentro di sé.

Niente spoiler sulla trama, nel dubbio che ci sia ancora qualcuno che non l'ha letto, o che non ha visto il film "L'ultima eclisse", tratto dal libro e interpretato dall'attrice-icona di King, Kathy Bates.

Da segnalare, oltre all'abilità narrativa nel tenere alto il livello di tensione, la sensibilità nel tratteggiare psicologicamente sia Dolores che Vera Donovan (la ricca e vecchia signora presso la quale Dolores è a servizio) e il loro incredibile e struggente rapporto.

Il Re è sempre lui.




* Dolores Claiborne, Stephen King 


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