La scorbutica simpatica ("Olive Kitteridge" di Elizabeth Strout)



Quanto è burbera e terribilmente simpatica Olive Kitteridge.
L'ho adorata subito.

Il romanzo in questione è stato scelto come lettura del mese dal gruppo di lettura di cui faccio parte, nel paese dove vivo.

Quando ne abbiamo parlato è venuta fuori una vera e propria polarizzazione nei confronti di Olive: chi la amava (come me) e chi la riteneva detestabile.
La amavano soprattutto le donne... ma va detto che siamo un gruppo piccolo piccolo, per cui non facciamo statistica (per fortuna!).
Ciò nonostante ci siamo assolutamente trovati tutti d'accordo nel dire che è un libro notevole, ben scritto e in grado di produrre empatia.

Sono una ammiratrice di Elizabeth Strout, si è intuito dalle mie precedenti letture (qui, qui e qui), e dopo aver letto questo libro lo sono ancora di più.

La Strout è riuscita a non ripetersi, pur rimanendo in un contesto conosciuto, quello del Maine e dei piccoli centri della East Coast americana, in cui lei stessa vive.
Ha dichiarato in un'intervista che le è piaciuto essere definita una che parla di sentimenti senza finire nei sentimentalismi, ed è effettivamente questa una delle sue grandi abilità.

In "Olive Kitteridge" vi è poi la maestria di una costruzione narrativa originale: 13 racconti che sono anche un romanzo e che girano tutti in un modo o nell'altro intorno alla protagonista, sebbene in alcuni compaia solo come ricordo, come citazione o come cameo.
Olive è una specie di collante per l'immaginaria comunità di Crosby, catalizzatrice di emozioni e sentimenti, capace di grandi slanci e di innumerevoli sgarberie, sempre un po' sull'orlo della depressione ma allo stesso tempo donna di grande ironia.
E anche se a Crosby sembra non succedere mai nulla, intorno a Olive in realtà succedono le storie sbilenche e imperfette della vita di ognuno. 
Sentimenti senza sentimentalismi, ché nella vita non è che ci sia tutto questo spazio per bamboleggiare.


* Elizabeth Strout, Olive Kitteridge



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