Phenomena (“Persone normali” di Sally Rooney)
L’unica cosa certa è che c’è stata una innegabile evoluzione.
Il primo romanzo di Sally Rooney, giovane scrittrice irlandese che è diventata (inspiegabilmente a mio avviso) un fenomeno conosciuto pressoché in tutto il mondo, è stato davvero fastidioso da leggere (era "Parlarne tra amici" e ne ho parlato qui).
Mi sono avventurata a leggere il secondo perché sono una persona normale anche io, tendente alla credulità: mi avevano rassicurato tutti i pareri entusiastici che avevo visto in giro, addirittura “The Guardian” che riportava la definizione “la Salinger della Generazione Snapchat" ... avrei dovuto annusare qualcosa.
Il risultato è un grosso “mah!?”. Romanzo migliore del primo ma non certo una pietra miliare della letteratura.
Vorrei evitare di gridare al miracolo così come di indignarmi per l’impostura. Non si tratta né dell’una cosa né dell’altra.
E’ piuttosto uno dei millemila romanzi che leggeremo e dimenticheremo presto, scritto da una ventottenne sicuramente dotata ma ancora alla ricerca del suo cammino.
Personalmente non sono riuscita a sviluppare molta empatia coi personaggi, i grandi temi come la depressione, la formazione, l’amore e il conformismo, le differenze sociali, il masochismo e la violenza, sono rimasti tutti occasioni mancate di scrivere qualcosa di davvero significativo.
Mi è venuto in mente quello stile intellettuale che finge di essere un po’ povero e trasandato, al di sopra delle mode e del glamour, ma ambisce in realtà a dettare un trend che banalizza il pensiero al pari degli altri.
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