La ragazza del 1958 (“Memoria di ragazza” di Annie Ernaux)





Purtroppo non ho ancora avuto modo di parlare del grande piacere che mi deriva dalla lettura dei libri di Annie Ernaux, perché quando ho letto “Gli anni”, “Il Posto” e “L’altra figlia” non avevo ancora cominciato a tenere un blog-diario delle letture.

“Annie Ernaux è il nome di un puzzle i cui pezzi formano ormai, libro dopo libro, una delle opere letterarie più importanti dei nostri tempi.”
Così scrive Le Nouvel Observateur, e in effetti, leggendo nel corso degli anni i suoi libri, la sensazione è quella di visitare le stanze di un museo emotivo dedicato alla sua vita, alla sua famiglia, al tempo personale e ai tempi collettivi che l’autrice ha attraversato.

Anche in “Memoria di ragazza” infatti è la stessa Annie a scandagliare se stessa, una se stessa diciottenne ragazzina e poi giovane donna, con l’incredibile abilità di recuperare, più di 50 anni dopo, come in una specie di transfert, il modo di pensare e di sentire di una ragazza alle prese con l’amore, il sesso, la scoperta di sé. Nessuna indulgenza, nessuna edulcorazione e grande sincerità anche nel descrivere le proprie pochezze.

Impossibile non restare catturate dalla finissima filigrana di un racconto fatto di silenzi, pensieri inquieti, privatissime sensazioni.
Una grande potenza narrativa emerge dalla consapevolezza di uno spazio vuoto tra i fatti per come sono avvenuti e per come li si ricordano a distanza di anni : è in quello spazio che sta l’intima verità di quello che siamo e di come eravamo.

Sono ammirata dal percorso di Annie Ernaux come donna (scontata l’ammirazione per la scrittrice): non so in quante siano in grado di esercitare uno sguardo così lucido e razionale sulla propria storia intima. Un monumento alla memoria come già era accaduto con “Gli anni” , dove la dimensione privata diventa meravigliosamente universale. Ci vuole il coraggio di “esplorare il baratro” come ha dichiarato la stessa autrice, per accedere al potere terapeutico della scrittura.


*Memoria di ragazza, Annie Ernaux.








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