Decomposizione (“Gli esclusi” di Elfriede Jelinek)




Quando la Jelinek vinse il Nobel per la letteratura, nel 2004, seguirono molte polemiche: la stessa decisione dell’Accademia svedese fu controversa, al punto che un membro della Commissione si dimise per protesta
Non fa sconti questa scrittrice, e lo sapevo ancora prima di leggere qualcosa di suo, solo per aver visto “La pianista”, il film di Michael Haneke tratto da uno dei suoi libri più noti, in cui il ruolo della protagonista è interpretato da Isabelle Huppert.

E’ una donna misteriosa, affetta da “fobia sociale”, da sempre scomoda per le denunce che fa attraverso le sue opere.
I suoi testi sono oscuri, provocatori, disvelatori della perversa ipocrisia di una società intrisa di perbenismo e repressa come quella austriaca. Parla di sesso e di crudeltà con lucidità e con sincerità spietata, non ci risparmia molto Elfriede Jelinek, non nasconde i lati più oscuri della natura umana.

“Gli esclusi” è una sua opera del 1980, pertanto una delle prime, tradotta in italiano però solo l’anno scorso.
E’ stata per me una lettura poco ossigenante, cupa e molto malinconica: ed è giusto che sia così poiché la letteratura deve essere militante, non deve consentire solo di evadere dal proprio mondo per vivere altre mille vite, ma deve trivellare le profondità del suolo che calpestiamo, per mostrare il peggio, per aprire ferite e squarciare i veli.
La cattiveria, la crudeltà, la profonda solitudine, l’emarginazione sociale ed emotiva, la mancanza di sentimenti veri, la brama di possesso e l’irrazionale foia di violenza, sono tutti temi presenti ne "Gli esclusi", temi che tuttavia già pratichiamo, spesso anche solo attraverso la lettura delle cronache quotidiane.

Il male e la sua banalità, ma anche la miseria quotidiana del nulla, l’egoismo bestiale e lo squallore maligno, sono argomenti letterariamente trattati da Jelinek in modo magistrale.
Il fatto che una scrittrice di questo livello sia in grado di tradurre il disagio in forte ribellione, spesso anche militante e sicuramente di denuncia, la rende assolutamente un’autrice da conoscere e approfondire.

A costo di aumentare un po’ l’angoscia (che tanto ci avvolge comunque, in maniera direttamente proporzionale al livello di consapevolezza che esercitiamo).


* Gli esclusi, Elfriede Jelinek



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