Madre sempre incerta (“Matrigna” di Teresa Ciabatti)





Teresa Ciabatti è una donna a mio parere molto simpatica, anche se qualcuno la definirebbe un po’ strana.
L’ho seguita per un po’ su Facebook, tempo fa, quando scriveva divertentissimi status sulla sua bambinaia Svetlana, sul suo essere madre un po’ atipica, sulle sue nevrosi.
A un certo punto è sparita, e solo dopo ha confessato che il suo profilo Facebook era un esperimento legato al libro che era uscito in quel periodo (“La più amata”). Una forma narrativa ibrida, che simula un’autobiografia ma non lo è, rendendo l’autrice un personaggio sopra le righe, a tratti inquietante, sicuramente cattivissima (con la simpatia dei cattivi però). Manifestarsi sui social assecondando la descrizione di se stessa fatta nel libro (ancorché non veritiera) è stata sicuramente una trovata arguta (come lo è Teresa Ciabatti, ovviamente).

In questo romanzo invece si torna a una forma più classica: una storia - drammatica - raccontata in prima persona dalla protagonista, Noemi, alle prese con la misteriosa sparizione di un fratellino e con una madre piena di ombre.

Cose che mi sono piaciute:
  • forma narrativa sul modello del flusso di coscienza, ma con punteggiatura. 
  • assenza di cliché sul rapporto madre-figlia 
  • indulgenza nei confronti di una madre più che imperfetta 
  • inquietudine quanto basta 
Cose che non mi sono piaciute:
  • emotività un po’ artefatta della protagonista 
  • qualche leziosità di troppo nelle descrizioni 

Una lettura da viaggio direi, piacevole e veloce, ma che non aggiunge niente alla perenne ricerca verso la piena comprensione dell’archetipo materno. Per quello, bisogna cercare altrove.


*Teresa Ciabatti, Matrigna



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