Scene da un matrimonio ("L'amore" di Maurizio Maggiani)




Mi vergogno sempre un po' quando non riesco a farmi coinvolgere dal lirismo.
Quando la poesia del sentimento mi annoia e non riesco a lasciarmi travolgere.

Un po' mi vergogno e un po' mi sento in colpa: forse non ho la sufficiente delicatezza interiore per adorare questo libro di Maurizio Maggiani.
Non l'ho adorato, è vero, ma posso certo dire che è un lettura che arricchisce: grazie a un linguaggio semplice e sontuoso insieme (sembrano caratteristiche inconciliabili ma lui ci riesce), a una grande intelligenza nel cogliere i dettagli,  alla sapienza emotiva di chi ha capito più di un senso dell'amore.

Una storia semplice, una giornata di due sposi, narrata da lui che è più vecchio, più complesso e più ricco di "fatterelli", di amori passati, di vicende che la sposa vuole sentirsi raccontare ogni sera prima di dormire.
Non so quanta complicità ci sia fra i due: lui racconta la sua sposa ma non ce la fa amare fino in fondo, non come le donne del suo passato, che risultano simpatiche, vive. Lei, la sposa, l'ha tuttavia accolto e amato nella fase crepuscolare della sua vita, forse ha capito la stagione esatta di questo amore. 

Che è bello perché coglie la cura quotidiana, l'indulgenza di chi si guarda invecchiare, la pazienza verso i piccoli capricci, le debolezze di un corpo che si infragilisce, la maestria di una cena preparata con dolcezza, la grandezza di un amore che si impara.

Una lettura comunque positiva. Perché dà speranza, perché descrive vite che abbiamo incontrato, perché non indulge al dramma e neanche cede al minimalismo.

Resta il lucchetto ultimo del mio cuore di bestia, che non si è aperto ( e mi chiedo perché).



* L'amore,  Maurizio Maggiani






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