Si parla sempre degli assassini, quasi mai delle vittime (“Gli eroi di via Fani” di Filippo Boni)



La prima cosa di cui vorrei ringraziare Filippo Boni è di aver scritto questo libro.

La seconda cosa è di non aver citato mai Pasolini e la sua famosa poesia sugli scontri di Valle Giulia (“Il PCI ai giovani”), così fraintesa e sempre tirata in ballo. 

Perché non nego che mi sia venuta in mente leggendo le storie dei cinque eroi di via Fani, tutti figli del popolo, spesso di famiglie poverissime.
Cinque vite e cinque famiglie, finalmente tolte dall’ombra (che spesso era stata volutamente cercata, come riparo al dolore) e narrate con molta serietà e partecipazione.
Cinque storie di uomini che hanno trovato la convergenza estrema in quel 16 marzo del 1978, quando le Brigate Rosse sequestrarono Aldo Moro uccidendo tutti gli uomini della sua scorta.

Nella rivendicazione della strage i terroristi scrissero (Comunicato n.1, diffuso subito dopo il rapimento di Moro) : “la sua scorta armata, composta da cinque agenti dei famigerati Corpi Speciali, è stata completamente annientata”. Usarono proprio il verbo “annientare”.

Filippo Boni è uno storico giovane, nel 1978 non era neanche nato, e la sua prosa sembra forse per questo del tutto immune da quei compiacimenti che a volte ci hanno affascinato, mentre attraversavamo con la memoria questo buco nero che è stato il terrorismo in Italia.
Dopo 40 anni, per una persona della mia generazione e della mia formazione, sono ormai intollerabili gesti e linguaggi che ancora si ispirano a quella violenza, a quell’invasamento demente, a quel vuoto umano senza fascino né perdono.

Per questo credo che questo libro sia, fra le altre cose, giusto. Perché ha il giusto tono e la giusta compostezza, l’umanità e il rispetto necessari. Boni è uno storico che non pretende di essere distaccato, non nasconde quanto questa storia abbia toccato anche aspetti molto intimi della sua stessa vita, tuttavia non alza i toni, non aggiunge melassa e rende omaggio alla memoria necessaria.

Fossi un'insegnante lo inviterei a parlare con gli studenti, di quanto non erano formidabili quegli anni. 

* Gli eroi di via Fani, Filippo Boni




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