Scrivere di Leggere





Non è una cosa semplice scrivere di libri.
Così come non è semplice parlarne, senza sembrare pedanti, saccenti e pretenziosi.
Mi torna sempre in mente la fantastica scena di Io e Annie, quando Alvy è in fila per entrare al cinema e un saccente professore dietro di lui pontifica in maniera insopportabile, arrivando a citare Marshall McLuhan : "che cosa non darei per avere un'enorme palata di cacca di cavallo" dice Alvy e magicamente appare McLuhan che umilia il saccentone.
Una scena immortale e di primaria importanza nella mia caotica enciclopedia interpretativa, la mia "biblioteca delle biblioteche" (ops un'altra citazione).
Come far capire a chi si chiede quale narcisismo si nasconda dietro a un blog (forse nessuno?) che chi scrive non sempre ha in mente un pubblico cui rivolgersi, ma si affida fiducioso al lector in fabula?
Alvy odia chi pontifica ma non lesina certo citazioni, battute brillanti e dialoghi scoppiettanti: per il piacere di chi? Soprattutto suo, credo.
E io lo capisco profondamente: quando si scoprono persone con cui intavolare sfrenati duelli dialettici (sul genere di duello poi ognuno avrà i suoi gusti, immagino) le si vorrebbero ingaggiare a vita per birre, cene, aperitivi e pause pranzo. Peccato che, almeno nel mio caso, quelle che ho incontrato in tutta la vita stiano nelle dita di una mano.

Perché proliferano in rete blog dedicati ai libri, youtuber che recensiscono dalla loro cameretta, profili twitter e facebook che consigliano i libri per l'estate?
[orrore, come se fossero abiti! questa analogia libri-clima non l'ho mai capita. Il dottor Zivago si legge d'estate perché rinfresca o d'inverno perché c'è la neve? E Il Deserto dei Tartari?] 

Beh la risposta non la so, e non ho le competenze per credere di averla. Anche perché penso che non sia una risposta univoca. 
Una cosa però è certa: da tempo immemorabile chi ama leggere e chi ama i libri ha voglia di trasmettere questo amore, di trovare anime affini con cui scambiare oziosi pareri, di snocciolare riferimenti e citazioni solo per il gusto di ricordarli.
Senza scomodare Aristotele, mi limiterei più umilmente a Guglielmo da Baskerville (tanto per costruire una simmetria nel post, attraverso l'amato Professore già velatamente citato qualche riga più su).




 



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