Piccole cose (Trilogia di Holt di Kent Haruf)




Sono stati versati fiumi di inchiostro su Kent Haruf.
Si è addirittura parlato di "fenomeno Haruf".
Probabilmente il vero fenomeno è quello di una piccola casa editrice, la NN, che azzecca il colpo e rende celebre in Italia un autore semi-sconosciuto fino a poco tempo fa.
Leggendo i libri di Kent Haruf infatti non mi viene da pensare a lui come a un "fenomeno".
Ognuno di noi probabilmente lo immagina come una persona gentile, appartata e sensibile.
Come la sua scrittura.
Chissà se l'uomo Haruf era davvero come le parole e le storie che ha scritto.
Mi ha colpito sapere che ha scritto il suo ultimo libro quando già era malato, con una specie di corsa contro il tempo, per finirlo prima di andarsene.

Ho letto tutta la Trilogia della Pianura e anche "Le nostre anime di notte" , in un periodo per me sempre molto delicato: luglio, il mese più crudele.
I personaggi ormai sono usciti dai rispettivi libri e parlano fra di loro, aiutati dal fatto che sono tutti cittadini di Holt: di sicuro si sono già incontrati al caffé o dal benzinaio, oltre che nella mia testa.

In giro parlano tutti di come sia bravo Haruf a descrivere il quotidiano, a occuparsi di persone comuni: la cosa che più mi piace di lui è che invece riesce a inserire senza trionfalismi l'improbabile e rapsodica bellezza in mondi anonimi e tristi, mondi che a tratti potrebbero essere il tuo.
Bellezza improbabile, o forse anche impossibile: è qui che risiede il potere lenitivo di Kent Haruf, il suo effetto "tisana-calda-davanti-al-caminetto".
In un contesto comune, anonimo e a tratti bieco come quello che viviamo tutti, inserisce gesti poetici, sentimenti buoni e forme di amore dolcissimo: lo leggi e ti sembra che qualcosa di così bello e delicato possa accadere anche a te.
E per un attimo dimentichi che queste forme di bellezza sono davvero molto improbabili, o impossibili. Sono letteratura.

* Kent Haruf , Il canto della pianura, Crepuscolo, Benedizione, Le nostre anime di notte 



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