Back to Africa (Metà di un sole giallo di Chimamanda Ngozi Adichie)


Non mi ricordo dove ho appreso dell'esistenza di questo libro, e di questa scrittrice.
All'inizio temevo una specie di Tayie Selasi, che a suo tempo non mi aveva entusiasmato, ed ecco perché:  già il fatto che lei stessa si fosse definita scrittrice "afropolitan" mi aveva subito fatto storcere il naso, poi dopo aver letto il suo "La bellezza delle cose fragili"  il mio pensiero si era consolidato.
Ma Chimamanda (la chiamo per nome perché siamo quasi coetanee, lei è più giovane) mi ha incatenata a questo libro, facendomi scoprire in me un bel po' di ignoranza che non credevo di avere. Della guerra civile in Nigeria e del tentativo di indipendenza del Biafra non sapevo niente: mentre leggevo questo libro la curiosità mi ha spinto a cercare in rete foto e notizie dell'epoca, il sapore della guerra in Biafra mi ha ricordato la guerra del popolo eritreo per l'indipendenza e allora si sono aperte un sacco di finestre emotive legate a ricordi del mio viaggio in Eritrea, al sogno di un popolo giovane come quello degli igbo del Biafra , dolorosamente distrutto da violenza, guerra e colonialismo.
Scrive bene Chimamanda, semplice senza semplificare. Qualcosa di nuovo, di moderno, e qualcosa di ieratico africano che mi ricorda Chinua Achebe (un'altra delle mie folgorazioni avvenute per caso).
Del suo impegno femminista non so ancora molto, se non che Beyoncé ha preso estratti da un suo discorso per inserirli nel suo Flawless.
Può darsi che mi metta a leggere i suoi saggi sul femminismo: essere femministe in Africa non è cosa semplice, immagino.
Di sicuro leggerò Americanah, che mi sono già procurata.

* Chimamanda Ngozi Adichie, Metà di un sole giallo




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