Un gigante uomo in un gigante lupo (“Era solo un ragazzo” di Guido Celli)

 


Questo piccolo libro è un poema, composto da 36 canti, dove di verso in verso si impone un viaggio nel rapporto di un figlio con il padre-ragazzo, e nel percorso di rielaborazione che da adulto compie, spiazzando di paradosso in paradosso il lettore, forse non perdonando ma sicuramente emancipandosi attraverso la poesia.

Si tratta in realtà del primo volume della Trilogia della Cicatrice, seguito da “Madre Materno” e da “Specchio Sorella”: il nome dato alla trilogia già dice molto del percorso di cura che l’autore ha socializzato, sia attraverso la poesia sia attraverso le performances con le quali ha presentato i suoi lavori, in tutta Italia.

La cicatrice resta in eterno, anche se la ferita è man mano guarita, diventando un ricordo: nei versi di Guido Celli, icastici e quotidiani, emerge la Roma violenta degli anni 80 e 90, emerge la figura di un padre aggressivo e irrequieto, “incendiato come una petroliera nel mare”, incastrato in un ruolo non voluto, di fronte a un bambino costretto a trovare una chiave per decifrarlo, che da adulto lo canta in un grande racconto epico in versi.

Ormai uomo, Guido Celli non nasconde la paura, la violenza, la dolorosa situazione familiare vissuta accanto a un padre difficile, che riesce però a visualizzare come un ragazzo, appunto, e forse anche a ringraziare, elaborando una teoria della pedagogia inversa che lo aiuta a farsi ragione di molti ricordi.

Non bisogna lasciarsi intimidire dalla forma poetica: la storia del padre ragazzo di Guido Celli è bellissima e toccante, meravigliosamente dipinta da un figlio che ha già vissuto le mille vite che il padre gli ha insegnato.


* Guido Celli, Era solo un ragazzo



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