I diavoli in corpo (“Bontà” di Walter Siti)
Quando scrivi molto e sei in una fase avanzata della tua carriera, lunga e gloriosa, va a finire che ripeti te stesso.
Così mi pare accada a Walter Siti, del quale non ho letto tutta la bibliografia, ma in quei 4 o 5 libri che ho letto non ho avuto difficoltà a ritrovare sempre gli stessi temi-feticcio.
Il sesso mercenario, l’ossessione per i ragazzi-di-vita epigoni dei pasoliniani, tutti palestra e cocaina, il decadimento del corpo, la vecchiaia, i nidi di serpi negli ambienti lavorativi (in questo caso l’editoria), il grottesco e la misoginia, il dolore e la discesa all’inferno.
Il tutto elaborato con una maestria letteraria fuori discussione, e anche con la possibilità di spunti di pensiero e di stile di un livello molto alto: la grandezza di Siti è acclarata.
Anche nella storia del protagonista Ugo e della sua vita infelice ci sono momenti di rivelazione sublime e di grazia inafferrabile.
Tuttavia, in questo “Bontà” (che poi si occupa principalmente della cattiveria) mi è parso di vedere più che altro la necessità autoreferenziale di uscire con un titolo nuovo, non tanto per liberarsi dalle ossessioni, ma piuttosto per potersele permettere ancora.
* Bontà, Walter Siti
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