Universo Famiglia ("I ragazzi Burgess" di Elizabeth Strout)
Per chi, come me, ama leggere scrittori americani e conoscere a fondo gli Stati Uniti a partire dalle microdinamiche sociali, Elizabeth Strout è sicuramente un bel punto di riferimento (ne ho già scritto qui).
Scrittura elegante, storie familiari intime ben descritte e senza mai indulgere alla banalità o al cliché.
Si è tirato fuori Edward Hopper per paragonare le sue atmosfere a uno stile pittorico (non a caso i suoi libri in edizione italiana -di Fazi- riportano tutti quadri di Hopper, o dettagli, per le copertine).
Non so, credo che ne I ragazzi Burgess, per restare a questo romanzo, ci sia molto più calore che nei quadri di Hopper.
Anche se è un calore sempre descritto con linearità, con un certo ritmo chic (almeno per il concetto che ho io di chic in letteratura).
Il legame fra i tre fratelli Burgess (Susan e Bob, gemelli, e Jim, il maggiore) è descritto in modo da restituire un senso di intimità pur senza cadere mai nel sentimentalismo.
C’è tutta la verità che riesce a restituire Elizabeth Strout nei suoi romanzi : la vita è così, senza fronzoli, senza piaggerie, senza boccoli o ninnoli. Gli affetti, soprattutto quelli familiari, sono spesso un groviglio di rovi spinosi, indistricabile e capace di graffiare a fondo se si prova a sbrogliare qualche nodo.
Non voglio dire nulle della trama, è bello leggerlo senza sapere molto della vicenda.
Oltre al tema “familiare” c’è anche una trama parallela a carattere più sociale, sull’America di oggi e la sua paura del diverso, dello straniero (non solo l’America a dire il vero).
Indiscutibilmente per me una bella e piacevole lettura.
* I ragazzi Burgess, Elizabeth Strout
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